La creazione del dittico : Il Sogno di Mara (100×30), piccolo e delicato nella sua tonalità di monocromo bianco nasce, come tante mie opere, spontaneamente ma è riconducibile ad una scelta e ricerca sulle quali mi sono soffermata nel 2017.
Diventa così un’ opera non più spontanea ma cercata, scelta e desiderata come avvio di un percorso.
La PRIGIONIA.
La prigione in senso lato, come carcere, chiusura, clausura, privazione, silenzi, soffocare i desideri del cuore, scelte obbligate, rinunce di ogni vita.
Una lettera d’amore non è altro che “prigione dei sentimenti”, spesso inespressi, celati, prigione delle passioni che scoppiano nel cuore; da qui, non molto tempo dopo, la mia ricerca si sofferma sul soggetto in maniera assolutamente spontanea – LA DONNA, le forme della donna, l’ immagine che lei è nelle mille sfaccettature, di anima, corpo e linea come nel trittico “ Sguardi Attese e Silenzi ( sorry for the wait )” ed ha seguito in un’opera piena di colore, totalmente differente nell’intento e nel linguaggio: “ Lips, vortice di passione “100×120.
Preferisco qui soffermarmi sul senso della prima “operetta” polimaterica in cui l’ omaggio modesto a Frida Khalo è nella parte superiore delle due tele con la trascrizione di una splendida lettera d’ amore “illegittima”, non a suo marito Diego Rivera, ma ad un amante, Josè Bartoli, un illustratore catalano molto bello, reduce dalla guerra spagnola e fuggito da un campo di concentramento nazista.
La lettera è meravigliosa, nella sua semplicità presenta la totale devozione di Frida, la sottomissione, la prostrazione all’ amato, che racchiude il senso per me meraviglioso e allo stesso tempo sconvolgente dell’ Amore, quello totale che supera mente e corpo, diventa l’ identificazione di un essere nell’altro, La prigionia.
Quando il senso di Prigionia è interiore, è scelta, è passione, è sconvolgimento, è raro, ed è MERAVIGLIOSO. Solo pochi possono avere il privilegio di scegliere; la rudezza dell’ individualismo ci fa credere che l’ essere ed appartenere ad un altro è privazione e non completezza, armonia e perfezione.
Per mia scelta il testo non è immediatamente leggibile, l’ opera lo presenta scritto al contrario:
“Mio Bartoli – Josè – Giuseppe – il mio rosso…
non so come si scrivono lettere d’amore. Ma voglio dirti che tutta me è aperta per te.
Da quando mi sono innamorata di te, tutto si è trasformato ed è pieno di bellezza.
Voglio darti i colori più belli, voglio baciarti…voglio che i nostri mondi da sogno siano uno solo. Vorrei vedere dai tuoi occhi, sentire dalle tue orecchie, sentire con la tua pelle, baciare con la tua bocca. Per vederti dal di sotto, vorrei essere la tua ombra nata dalla suola del tuo piede, che si estende lungo il terreno su cui cammini…Voglio essere l’acqua che ti lava, la luce che ti dà forma, vorrei che la mia sostanza fosse la tua sostanza, che la tua voce uscisse dalla mia gola così che tu mi accarezzassi da dentro…nel tuo desiderio e nella tua lotta rivoluzionaria per una vita migliore per tutti, voglio accompagnarti e aiutarti, amarti e nella tua risata trovare la mia gioia. Se a volte soffri, voglio riempirti di tenerezza così che tu ti senta meglio. Quando hai bisogno di me, mi troverai sempre vicino a te. Sempre aspettandoti. E vorrei essere leggera e soffusa quando vuoi restare solo.
Perdonami se tutte queste cose che ti scrivo ti sembrano stupidità, ma credo che in amore non ci sia né intelligenza né stupidità, l’amore è come un aroma, come una corrente, come pioggia. Lo sai, mio cielo, tu piovi su di me e io, come terra, ti ricevo”.
MARA, MARAVILLOSA
Dalle lettere dal 1946 al 49 al suo amante,
BARTOLI JOSE’ GIUSEPPE ,
FRIDA KAHLO